Il numero di siriani considerati a rischio insicurezza alimentare è al livello più alto in un decennio. D’altra parte, il costo medio del cibo all’interno del Paese è stato per mesi il più alto mai registrato: quest'anno si prevede che 12,4 milioni di persone possano rischiare la fame. È quanto dichiara Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale specializzata nella lotta contro la fame e la malnutrizione infantile, in occasione dell’undicesimo anniversario della guerra in Siria, domani 15 marzo.
Storicamente tutte le guerre hanno portato fame e l’hanno usata come arma. Il mondo sta cercando di dotarsi di regole per porre dei limiti a questa situazione.
13,4 milioni di persone hanno bisogno di aiuti umanitari; il doppio rispetto al dato del 2011. 9,3 milioni vivono una condizione di insicurezza alimentare. Altri 2,2 milioni ne sono già a rischio. Il prezzo dei generi alimentari di base (riso, pane, grano, lenticchie, zucchero e olio) è aumentato del 250%. 6,1 milioni di persone sono sfollate e in cinque milioni sono fuggiti dal Paese. Più del 90% dei rifugiati si trova nei Paesi vicini (Turchia, Libano, Giordania, Iraq).
In occasione della quarta Conferenza di Bruxelles sul tema “Sostenere il futuro della Siria e della sua regioneâ€, presieduta ieri da Unione Europea e Nazioni Unite, Azione contro la Fame lancia un appello alla comunità internazionale. L’organizzazione ribadisce che la situazione in Siria, al decimo anno di conflitto, resta critica: oltre ai gravi bisogni umanitari, è infatti necessario rispondere alla crisi sanitaria determinata dalla pandemia di Covid-19.
Continuano intensi i combattimenti in diverse zone lungo il confine tra Turchia e Siria e la situazione nei dintorni di Al-Hassakeh si sta rapidamente deteriorando. Limitati gli accessi ai nostri team che devono riparare infrastrutture di base, quali linee elettriche o stazioni idriche.
Azione contro la Fame fa appello a tutti i governi riuniti alla Conferenza dei donatori che inizia oggi a Bruxelles per una maggiore generosità (nel 2018 è stato coperto solo il 62% dei finanziamenti necessari) e che gli aiuti di emergenza vadano anche a supporto dell’implementazione di strumenti di resilienza.
Sono ormai otto gli anni di guerra e i dati sulla nutrizione sono allarmanti: 6,5 milioni di siriani vivono nell'insicurezza alimentare e il 40% della popolazione spende due terzi del proprio reddito per il cibo.
Da inizio gennaio le tempeste di pioggia, vento e neve nella valle della Bekaa hanno provocato inondazioni negli insediamenti dei rifugiati siriani, dove le acque grigie e reflue si sono mescolate con l'acqua potabile, costituendo un enorme pericolo per la salute pubblica
Le tempeste di neve Norma e Miriam hanno causato ingenti danni durante l’ultima settimana: tende sprofondate, strade bloccate – tutto è precipitato sotto il peso della neve. Forti venti e abbondanti piogge e nevicate hanno tormentato la Valle della Bekaa, dove lavora Azione contro la Fame. Più di 350.000 siriani vivono in campi di fortuna nella zona, senza contare i non registrati.