Palazzi distrutti guerra UcrainaPalazzi distrutti guerra Ucraina

Esortiamo i membri del G7 a spingere per un cessate il fuoco a Gaza e per un aumento dei finanziamenti umanitari e l’accesso in Ucraina

22 Aprile 2024

A chiusura della Riunione ministeriale Esteri del G7, Azione contro la Fame accoglie con favore l’impegno degli Stati membri del G7 ad affrontare l’insicurezza alimentare e la malnutrizione. Ricordiamo che il raggiungimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG 2) “Fame Zero” richiede misure urgenti per affrontare le cause strutturali della fame: conflitti armati, cambiamenti climatici, povertà e disuguaglianze. Chiediamo che i membri del G7 si impegnino sia in un’azione umanitaria a breve termine nelle emergenze, comprese le “crisi dimenticate”, sia in una trasformazione a lungo termine dei sistemi alimentari per renderli più sostenibili, resilienti ed equi, investendo in un approccio agroecologico. Accogliamo inoltre con favore l’impegno dei membri del G7 per il prossimo Summit Nutrition for Growth nel 2025 e li invitiamo a garantire un vertice internazionale ambizioso, decisivo e inclusivo nella lotta contro la fame e la malnutrizione.

Per quanto riguarda Gaza, accogliamo con favore l’appello dei membri del G7 ad agire con urgenza per affrontare l’attuale crisi umanitaria. Il conflitto a Gaza ha portato oltre 1 milione di persone ad affrontare livelli catastrofici di insicurezza alimentare, mettendo la popolazione civile a rischio imminente di carestia. Al 15 aprile 2024, almeno 28 bambini sono morti a causa della fame, della malnutrizione e della disidratazione provocate dall’uomo. Se si interviene immediatamente, la carestia può essere evitata. Azione contro la Fame ribadisce il suo appello per un cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza, che è l’unico modo per evitare la carestia, aumentare la risposta umanitaria necessaria e proteggere la popolazione civile.

Accogliamo con favore l’appello dei membri del G7 per un accesso umanitario completo, rapido, sicuro, senza ostacoli ed efficace, per un aumento massiccio del flusso di aiuti attraverso l’apertura dei valichi terrestri e per la protezione degli operatori umanitari. Azione contro la Fame accoglie con favore la riapertura del valico di Erez, a nord di Gaza, e ne sollecita l’uso immediato sia per le merci commerciali che per quelle umanitarie, per consentire il necessario drastico aumento dell’ingresso di aiuti alimentari. Dovrebbe essere data priorità anche ad altri valichi di frontiera dove sia possibile l’accesso stradale, come il Gate 96. Qualsiasi accesso stradale e ai valichi di frontiera deve essere attuato insieme a garanzie di sicurezza ed efficacia della fornitura di aiuti umanitari all’interno della Striscia di Gaza. I movimenti del personale umanitario devono essere efficienti, sicuri, senza ostacoli e coordinati per garantire che le consegne di aiuti arrivino in modo tempestivo e sistematico. Troppo spesso i convogli di aiuti vengono ostacolati senza trasparenza o uniformità, creando uno spazio operativo sempre più ristretto per le organizzazioni umanitarie. Lo sviluppo dei corridoi marittimi e di ogni nuova iniziativa per incrementare gli aiuti a Gaza, compresa l’iniziativa “Food for Gaza” lanciata dal Ministero degli Affari Esteri italiano in collaborazione con FAO, PAM e Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, deve tenere conto di questi fattori e includere misure concrete ed esplicite per affrontare le barriere di accesso e la sicurezza degli spostamenti nella Striscia.

Ricordiamo le misure provvisorie stabilite nelle decisioni della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) in merito alla condotta delle ostilità e alla fornitura senza ostacoli dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria, ed esortiamo gli Stati terzi, compresi i membri del G7, a utilizzare tutti i mezzi diplomatici e politici a loro disposizione per garantire il rispetto delle ordinanze della CIG.

Un cessate il fuoco immediato e permanente è un passo fondamentale, in quanto permetterebbe anche di misurare l’impatto del conflitto sulla popolazione e sulle infrastrutture della Striscia di Gaza e l’entità della risposta umanitaria necessaria per soddisfare i bisogni immediati e pianificare un’efficace ricostruzione dell’area nel lungo periodo. Tutti gli sforzi diplomatici devono essere radicati nel Diritto Internazionale, garantire accountability, e fornire un ruolo di leadership alle organizzazioni umanitarie in qualsiasi risposta umanitaria e di sviluppo per la ricostruzione della Striscia di Gaza,

Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, ribadiamo che la protezione dei civili e delle infrastrutture essenziali nelle aree colpite dal conflitto rimane la preoccupazione principale. Oltre 14 milioni di persone hanno bisogno di una qualche forma di assistenza umanitaria e di protezione in Ucraina. Tuttavia, sottolineiamo che i finanziamenti umanitari per soddisfare i bisogni immediati della popolazione in Ucraina stanno diminuendo e sono sempre più concentrati sulla fornitura di aiuti nelle aree vicine alla linea del fronte, lasciando così crescenti lacune nell’assistenza in altre zone dove sono fuggiti 3,7 milioni di sfollati interni, che vivono in una situazione precaria e hanno bisogno di un sostegno a lungo termine.

È indispensabile che i partner internazionali dell’Ucraina, compresi i membri del G7, creino e finanzino un piano di transizione che riconosca la necessità di aumentare i finanziamenti umanitari per garantire una risposta umanitaria continua a livello locale che soddisfi i bisogni estremi e immediati della popolazione, integrata da finanziamenti per il recupero e lo sviluppo che devono garantire un sostegno continuo alle popolazioni vulnerabili, compresi gli sfollati interni e coloro che si trovano lontano dalla linea del fronte. Inoltre, è imperativo che gli aiuti umanitari siano chiaramente distinti dall’assistenza militare nei discorsi politici.

Inoltre, Azione contro la Fame e altre organizzazioni attive in Ucraina, notano con preoccupazione che l’accesso umanitario alle aree nei territori sotto il controllo russo è estremamente limitato, ostacolando la fornitura di una risposta umanitaria fondata sui principi umanitari, tempestiva ed efficace, ma l’impegno diplomatico e di alto livello per consentire l’accesso a queste aree rimane limitato. Chiediamo ai membri del G7 di sollecitare le parti in conflitto a rimuovere le barriere legislative e politiche esistenti che possono ostacolare o impedire l’azione umanitaria nei territori sotto il controllo russo e nelle aree vicine alla linea del fronte, al fine di consentire agli attori umanitari di soddisfare le esigenze della popolazione. Invitiamo inoltre i membri del G7 a continuare a sostenere la protezione dei civili e delle infrastrutture civili e a garantire un dialogo sugli aiuti umanitari attraverso i canali umanitari.

 

RIMANI INFORMATO​

Ricevi le storie, gli approfondimenti e le notizie sui progetti dal campo e le iniziative contro la fame.

"*" indica i campi obbligatori

Nome completo*
Hidden
Informazioni da fornire, ex art. 13, GDPR
Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.
Il 92% delle donazioni
vanno ai programmi
sul campo