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La fine dell’epidemia di Ebola in Guinea

25 Gennaio 2016

Nonostante i recenti annunci sulla fine dell’epidemia in Africa, in Sierra Leone è stato accertato un nuovo caso la settimana scorsa: questa notizia ci conferma che purtroppo non siamo ancora al punto in cui possiamo considerare l’emergenza Ebola alle nostre spalle.

In Guinea, l’ultimo paziente infettato e portato in ospedale era una bambina. Sua madre era morta dopo averla messa al mondo in un centro di Conakry, capitale del Paese. Il 16 novembre la bambina è stata dichiarata guarita, segnando di conseguenza la fine dell’epidemia di ebola nel Paese.

La notizia fa tirare un sospiro di sollievo agli abitanti della Guinea, che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha subito 2536 decessi in due anni. Le autorità locali e la popolazione però non possono abbassare la guardia, perché il rischio di sviluppare una nuova epidemia è ancora alto. E in caso di una nuova emergenza, la risposta deve essere molto rapida.

“Non bisogna dimenticare che il ritorno del virus è sempre possibile, come dimostrano i nuovi casi in Liberia dopo che il Paese era stato dichiarato Ebola free – ricorda Anika Krstic, direttore Paese della missione di Azione contro la Fame in Guinea – Fino a oggi, gli interventi più efficaci sono la prevenzione, l’igiene, la messa in quarantena e i trattamenti di base”.

Danni collaterali

Ebola ha messo in ginocchio il sistema sanitario del Paese, già fragile prima dell’epidemia. Ora è il momento di ricostruirlo e rinforzarlo, migliorando l’accesso alle cure per la popolazione. Il timore di contagio aveva spinto le persone a evitare i centri sanitari, permettendo lo sviluppo di altre malattie infettive come malaria e morbillo: fra il 2013 e il 2014, le consultazioni sono diminuite del 58%, i ricoveri in ospedale del 54% e le vaccinazioni del 30%. A questi dati, si aggiungono quelli del Programma Alimentare Mondiale secondo il quale in Guinea 1,9 milioni di persone non hanno la possibilità di accedere a cibo e acqua in maniera costante.

“Siamo veramente preoccupati per il tasso di malnutrizione cronica che, su scala nazionale, si attesta intorno al 25,9% e gli esperti temono che nel 2016 la situazione non migliorerà” aggiunge Anika.  

La nostra risposta

Azione contro la Fame lavora in Guinea dal 1995 per rispondere alle emergenze, per migliorare l’accesso all’acqua, ai servizi sanitari e a quelli igienici e per aumentare la sicurezza alimentare e lo sviluppo dei mezzi di sussistenza. 

Nel 2014 ACF ha iniziato una serie di attività per contrastare Ebola con il duplice obbiettivo di ridurre il rischio di contagio nelle comunità e nei centri sanitari e di formare il personale sanitario. Allo stesso tempo, Azione contro la Fame ha sostenuto le autorità sanitarie locali nella risposta all’epidemia.

Il lavoro degli operatori di Azione contro la Fame continua ancora oggi, per rafforzare le capacità di risposta al virus della popolazione e per sostenere le persone che sono state colpite dall’epidemia di Ebola.

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